L'acquamarina, inteso anche più semplicemente come un azzurro intenso e cristallino, è un colore che ritorna frequentemente nella mitologia antica di vari popoli. Si può pensare alla figura mitica delle sirene, presente nella mitologia classica così come anche in quella russa e serba (sirene nella mitologia russa e serba). Per alcune civiltà antiche, l'azzurro chiaro era il colore del luogo dove risiedevano le divinità, simbolo di pace e ragione sovraumana; in altri casi la carnagione azzurra era propria delle divinità stesse e gli occhi azzurri sinonimo di elevatezza d'animo.
Un mito nel quale il colore acquamarina e azzurro ricorrono spesso è quello di Scilla, Cariddi e Glauco narrato nell'Odissea e nelle Metamorfosi di Ovidio.
Scilla, una ninfa dagli occhi azzurri cui la natura aveva fatto dono di incredibile grazia, si trasformò in una creatura mostruosa dopo che si immerse nelle acque limpide e cristalline del mar Tirreno. Era stata la maga Circe a versare nel mare la pozione magica, furiosa a causa dell'amore non corrisposto da parte di Glauco, divinità mitologica che si era invece innamorata della bellissima fanciulla.
Nella mitologia greca inoltre la dea della guerra Atena veniva sempre rappresentata come la dea dagli occhi azzurri; non a caso l'epiteto "glauco", per indicare i suoi occhi, ricorre spesso nell'Odissea.
L'occhio azzurro è presente ancora oggi come simbolo portafortuna in Grecia e non solo. Nella cultura turca quest'ultimo viene chiamato occhio di Allah o Nazar e secondo la tradizione servirebbe sempre ad allontanare il malocchio.
Nella mitologia cinese una delle figure sicuramente più conosciute è quella del dragone. In particolare è nota la leggenda dei Re Dragoni secondo cui dalla trasformazione di quest'ultimi si originarono i quattro più importanti fiumi cinesi. Il Dragone Azzurro inoltre fu presente sulla bandiera cinese fino al 1912.
Nell'antico Egitto i colori avevano un significato particolare. Le sfumature di blu (famoso il blu egiziano) e azzurro, ottenute tramite ossidi di rame silicio e calcio, simboleggiavano il cielo e l'acqua e in senso cosmico rimandavano alle inondazioni primordiali. Era anche simbolo del Nilo, delle colture lungo il fiume e della fertilità. Non a caso spesso la fenice, simbolo del diluvio universale, veniva raffigurata con un piumaggio grigio blu. Anche il dio Amon, per simboleggiare il suo ruolo nella creazione del mondo, veniva talvolta rappresentato con la carnagione blu.
Nella religione induista il dio Shiva, terza persona della Trimurti, viene sempre rappresentato con la pelle azzurra. La mitologia narra infatti che Shiva per evitare che il veleno del cobra contaminasse l'intero universo lo ingoiò. La moglie Parvati per evitare che il marito si avvelenasse gli legò un cobra attorno al collo; il veleno venne così trattenuto nella sua gola e la pelle gli divenne tutta blu.
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