"Tenendola per il mento, l'insetto pratica un piccolo taglio sul nastro adesivo. La bocca gocciola saliva mista a sangue. gliela lecca via con la lingua, liberando un frrr ritmico e ipnotico, come il volo insistito di un calabrone. Prende un succo di frutta. Libera la cannuccia dalla plastica e la infila nel taglio aperto sulla bocca. Le posa la testa sullo stomaco. Ascolta il gorgoglio dei succhi gastrici, il battito ora fievole, ora tambureggiante e aritmico del cuore. Poi fa schizzare su un piatto un abbondante grumo di verde acquamarina. Lo amalgama con acqua fino a raggiungere la giusta pastosità. Intinge il pennello. Comincia a riempire la pelle dalla mascella allo sterno, dove una riga di pennarello segna l'inizio del torace."
La citazione è tratta dal libro di Ippolita Nievo, "Il nascondiglio della farfalla", edito da Mondadori nel 2009, pagina 143. Un thriller crudo e avvincente, pieno di suspense, arricchito da particolari macabri, dallo stile chiaro e poetico.
La protagonista è Sandra Kapsa, psicoterapeuta quarantenne single, che presta consulenza gratuita presso il Centro Antiviolenza Donna di Roma. E' proprio qui che incontra Betty, bella, fragile, sola, vittima di stolker. Senza alcun preavviso, la ragazza non si presenta più agli appuntamenti. Sandra, temendo qualcosa di terribile, inizia a indagare sulla sua improvvisa scomparsa, contando sulle sue sole forze dal momento che non essendo parente non può sporgere denuncia alle autorità competenti.
Le indagini la porteranno da Roma all'Argentario, un luogo del suo passato, facendo riaffiorare vecchi ricordi impossibili da dimenticare, sapori e angosce e a fronteggiare un serial killer che non conosce la pietà.
Le indagini la porteranno da Roma all'Argentario, un luogo del suo passato, facendo riaffiorare vecchi ricordi impossibili da dimenticare, sapori e angosce e a fronteggiare un serial killer che non conosce la pietà.
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